... Di questa memoria "ad uso Orizzonti", un baricentro possibile potrebbe essere quello del film epocale Anna di Alberto Grifi e Massimo Sarchielli, restaurato per l'occasione. Tra i primi film a essere girato in video per poi essere vidigrafato, ovvero trasferito da nastro magnetico in pellicola, Anna, presentato a Venezia nel 1975, ha chiuso emblematicamente una stagione dove politica ed estetica erano indissolubilmente congiunte. Al film girato ha corrisposto la sconfitta esistenziale, l'incapacità di poter cambiare il corso degli eventi, in questo caso la vita della ragazza minorenne incinta, Anna. Se Anna è un opera di approdo e, al contempo, una riflessione pioneristica dal punto di vista tecnico (anche perché il video consentiva di controllare in modo immediato e totale il materiale girato) i film brevi di Romano Scavolini e Mario Schifano sono il territorio seminale nel quale i due autori-artisti matureranno tecniche e poetiche per i loro lungometraggi a venire. Il primo, sperimentando sull'immagine, contaminandola di fotografie, illustrazioni, fumetti, usando l'esposizione multipla, o passando dal positivo al negativo, ricorrendo ad un montaggio rapido con uso frequente dello zoom per descrivere temi e ossessioni a lui care: il ricordo doloroso della guerra, la solitudine, il rapporto uomo/donna. Il secondo, realizzando dei veri e propri diari filmati, con una libertà totale di sguardo, con la stessa compulsività che lo spingeva a fotografare continuamente le persone attorno a lui, per trasformare il reale in ipotesi spaziali da mettere in "quadro". Cinema sperimentale che incontra quello familiare, domestico, che azzera il linguaggio e che ha in questo azzeramento lo stesso valore dei suoi monocromi in pittura, per cogliere poi con la macchina da presa gesti ed espressioni inaspettate. ...