Nel 2001, "A proposito degli effetti speciali", sul tema dell'eredità lasciata al cinema underground dalle avanguardie storiche; con Alessandra Vanzi (La Gaia Scienza) nel ruolo di Miss Ontophilogenesis, Grifi e Man Ray (girato nel suo studio parigino con Gianfranco Baruchello) riflessi in uno specchio deformante. Invitato alla 58° Biennale di Venezia (Nuovi territori) nel 2002.
Recentemente Grifi, nella Fondazione Baruchello, ha progettato e costruito dei macchinari per la rigenerazione del nastro videomagnetico deteriorato per invecchiamento, in un laboratorio dedicato allo scopo di salvare il vecchio rvm analogico "open reel" su piattaforma digitale.
Da settembre 2004, all'interno del parco scientifico di Tortona, è operativo il macchinario lavanastri progettato da Alberto Grifi e realizzato da Consorzio Media Comunications, per la rigenerazione dello stato fisico dell'emulsione dei nastri analogici e la restituzione su supporto digitale.
Il macchinario, che rigenera lo stato fisico dell'emulsione, ha dato brillanti risultati tanto che si può dire che il problema primario che impedisce la strada del restauro è da considerare risolto.
La struttura è specificatamente progettata per assolvere alla necessità di restaurare videonastri incisi negli anni '60-'70.
Nel 2002, Urla Mute una performance di Alessandra Vanzi, messa in scena nella Certosa di San Lorenzo in Padula durante la mostra Le Opere e i Giorni ideata e curata da Achille Bonito Oliva: quattro diverse vestizioni, quattro tipi di vessazioni: le donne afgane che si dipingono le unghie e si truccano gli occhi prima di essere imprigionate nei burka, le nuove kamikaze palestinesi che indossano cinture al tritolo insieme alla biancheria intima, le ragazze dell'est spesso laureate costrette a battere il marciapiede, le donne del ricco occidente spinte all'anoressia dall'abbrutimento psichico, impastoiate nel lusso capitalista che impone un modello estetico-seduttivo che sembra frutto di una libera scelta ed è, invece, un diktat del mercato.