Suoi scritti sulle prigioni si leggono ne "Il carcere in Italia" del '71 di Ricci e Salierno e ne "La droga e il sistema" del '72 di Blumir e Marisa Rusconi.
Ancora nel '70 "Non soffiare nel narghilè" , le avventure, tutte da ridere, di un pusher e i suoi clienti alle prese con uno spinello, girate nella comune hippy di Terrasini, vicino Palermo e "A Saro crescono i capelli per amore".
Poi "Vigilando reprimere" una fuga dal carcere finita male.
Nel '72 in co-regia con Massimo Sarchielli il già citato " Anna"che tenne il cartellone al Filmstudio di Roma per qualche mese. Girato con il primo videoregistratore portatile "open reel" da un quarto di pollice arrivato in Italia. Uscito nel '75, grazie a un'invenzione di Grifi che permise la trascrizione del nastro video su pellicola 16mm., il film registra il rifiuto di attori e maestranze a sottomettersi all'autorità della regìa e della sceneggiatura - un po' di appunti scritti da Sarchielli - che "fu buttata nel cesso" quando Vincenzo, l'elettricista del film, entrò in campo e ne divenne protagonista. Comparando quel gesto disobbediente a un'irruzione proletaria in un salotto borghese, Grifi pubblicò una elaborazione teorica su come, nella prassi produttiva, i comportamenti umani degli attori vengano immiseriti, nel momento in cui vengono filmati: sono infatti costretti in una dimensione cinematografica che impone tempi e modi consentiti dall'economia.
Nel '76 con un gruppo di "videoteppisti" una produzione di numerosi video documenti pressoché inediti sulle lotte e sui comportamenti del Proletariato Giovanile a Milano, Bologna e Roma; autoproduzione indipendente sostenuta da una teoria critica sull'informazione antagonista a quella di Stato, che si opponeva allo spettacolo dominante per "mettere in circolazione nuovi comportamenti e creatività di quelli che erano i nuovi proletarizzati: avevamo bisogno di un cinema che ci indicasse come strappare dei pezzi di vita autentica a quella falsa del capitale, non di ricordi muffiti nelle cineteche per sopravvivere di ricordi" (Festival del proletariato giovanile al Parco Lambro, Gli autoriduttori al convegno di antipsichiatria a Milano, ecc.).
Nel '77 "Il manicomio - Lia" sull'istituzione psichiatrica. E "Il preteso corpo", un documentario ospedaliero sulla sperimentazione di un medicinale prodotto da "La Roche" su persone considerate psichicamente tarate, che provocava una "tempesta vascolare" con orribili convulsioni. I pazienti venivano dimessi quando riuscivano a fare il saluto fascista. Trovato al Mercatino della Fiera di Senigallia a Milano, firmato da Grifi come "ready made".
Nel '78 un film sulla condizione carceraria "Michele alla ricerca della felicità" realizzato con Blumir, commissionato e poi censurato dalla Rai insieme a
"Dinni e la Normalina, ovvero la videopolizia psichiatrica contro i sedicenti nuclei di follìa militante".
Nel '78 al Naropa Institute (Boulder Colorado, USA), con Costanzo Allione e Fernanda Pivano, un film sulla Beat Generation con Allen Ginsberg, Gregory Corso, Timothy Leary, William Burroughs, Meredith Monk, ed altri.
Nel '79 a Parigi ancora con Gianfranco Baruchello "Doux comme saveur", videoregistrazioni con J.F.Lyotard, Pierre Klossowsky, Felix Guattari, David Cooper, Alain Jouffroy, ecc.