Nel '63, lavorando con Carmelo Bene appena arrivato a Roma, e Pepe Lenti, un film girato con 2 macchine da presa, una per mano, sul "Cristo '63", spettacolo teatrale vietato dalla questura. Nascosto o distrutto, nessuno l'ha mai potuto vedere.
Tra tanto materiale girato e mai montato si possono ricordare questi film, alcuni finiti, altri "lavori in corso" da molti anni:
nel '64 con Gianfranco Baruchello, "Verifica Incerta", un massacro cinematografico di film hollywoodiani famosi rimontati pensando al Dada. Presentato per la prima volta a Parigi suscitò l'entusiasmo di Marcel Duchamp, Man Ray, Max Ernst e l'ostentato disprezzo di molti famosi critici cinematografici italiani. JohnCage,entusiasta della colonna sonora, lo presentò al New York Museum of Modern Art. Questo metodo di montaggio, questo "detournement", fu ereditato da "Blob" molti anni dopo;
nel '65 "In viaggio con Patrizia" un viaggio in auto e un viaggio nella poesia fonetica di Patrizia Vicinelli. Musica live di Paolo Fresu;
nel '66 con Perla Peragallo e Leo De Berardinis ha realizzato pezzi dell'Amleto utilizzati per la messa in scena in teatro; altri documenti furono girati a Marigliano;
nel '67 "No stop grammatica", un happening durato 12 ore nella libreria Feltrinelli di Roma. La colonna sonora (svezzamento per background) fu messa insieme dalla folla, ricomponendo, senza ascoltarli, pezzi di pellicola magnetica che erano stati distribuiti in giro. Ci sono quasi tutti i pittori i registi e gli attori dell'avanguardia romana;
brevi film dove gli effetti speciali sono usati nel tentativo di costruire una nuova grammatica visiva capace di descrivere "la nuova geografia di percezioni e immaginari sconfinati, l'emergere dei ricordi del lontanissimo passato filogenetico dei nostri progenitori animali" regalo delle sostanze psicotrope: "Transfert per camera verso Virulentia" su un'operazione teatrale di Aldo Braibanti (1967), "Orgonauti, evviva!" e "Il grande freddo" (1970). Questi lavori si opponevano all'estetismo dei film di cassetta pronti a svendere gli stereotipi dell'avventura hippie usando gli effetti speciali "per insaporire la sbobba insapore di un cinema che non cambiava nella sostanza";
condannato parallelamente ad Aldo Braibanti a due anni di carcere ('68-'69), fa uscire clandestinamente da Regina Coeli lettere, che vengono lette mentre si proiettano film trovati nei cestini degli scarti delle moviole. Ne "L'occhio è per così dire l'evoluzione biologica di una lagrima", insieme a documenti girati da Grifi ad Auschwitz, si vede Monica Vitti che cerca di piangere, scarto del "Deserto rosso" di Michelangelo Antonioni, mentre lo speaker (Carlo Silvestro) legge un documento sulle violenze subìte nel '69 da un gruppo di detenuti durante una tradotta carceraria e nel penitenziario di Mamone in Sardegna.