Culturale Alberto Grifi.
Nel 1997 "L'immagine leggera", festival palermitano di videoarte e
cinema sperimentale curato da Alessandro Rais e dallo staff della
Filmoteca Regionale Siciliana (Marcello Alajmo, Ignazio Plaia, Maurizio
Spadaro), presentava una selezione di opere di Alberto Grifi alla
presenza dell'autore. A distanza di sedici anni la Filmoteca Regionale
Siciliana ripropone, il 20 aprile, le stesse opere seguite da un'intervista inedita ad
Alberto Grifi curata da Canecapovolto con Roberto Silvestri.
Interverranno Alessandro Aiello e Franco Marineo.
Programma:
"Transfert per kamera verso Virulentia" di Alberto Grifi (Italia 1966-
"In viaggio verso Grifi", un'intervista inedita di Canecapovolto ad
Alberto Grifi con Roberto Silvestri (Italia 2006-2013, 16')
Alberto Grifi (Roma, 29 maggio 1938 - 22 aprile 2007) regista,
cameraman, pittore, fotografo, autore di dispositivi video-
cinematografici, è considerato tra i massimi esponenti del cinema
sperimentale italiano.
Esordisce filmando l'opera teatrale "Cristo '63" di Carmelo Bene che
però viene censurata e la registrazione, sequestrata dalla polizia, è
da considerarsi perduta. Tra le sue opere principali si ricordano
"Verifica incerta" (1964, con Gianfranco Baruchello), film di montaggio
che scompone celebri film hollywoodiani suscitando l'entusiasmo di Man
Ray, John Cage e Max Ernst; "In viaggio con Patrizia" (1965), viaggio
nella poesia fonetica di Patrizia Vicinelli con musiche di Paolo Fresu;
"No stop grammatica" (1967), happening di 12 ore con una colonna sonora
di pezzi di pellicola magnetica distribuiti tra la folla e poi
rimontati; "Non soffiare nel narghilè" (1970), girato nella comunità
hippy di Terrasini; "Anna" (1972-1973, co-regia di Massimo Sarchielli),
forse la più celebre delle sue opere, realizzata con il primo
videoregistratore portatile open reel da un quarto di pollice arrivato
in Italia e presentata nel 1975 al Festival di Berlino, alla Biennale
di Venezia e al Festival di Cannes; "Michele alla ricerca della
felicità" (1978), film sulla condizione carceraria commissionato e poi
censurato dalla Rai.
Grifi ha ideato e usato il vidigrafo nonché il macchinario lavanastri
per la rigenerazione dello stato fisico dell'emulsione dei nastri
analogici e la restituzione su supporto digitale, una struttura
specificatamente progettata per restaurare videonastri incisi negli
anni '60-'70.