Alberto, Alberto, che bello rivedere oggi per la prima volta questo tuo lavoro e che regalo è stata la nostra amicizia. Vedendolo oggi con me cinquantaquattrenne e tu che abiti altri mondi, mi ha come concretizzato il senso di tutto il nostro percorso. Il mio e il tuo è stato un rapporto Zen lo dico sorridendo, ma lo dico. Un rapporto di generoso abbandono e fiducia nell'idea e nella vita dell'altro, senza aver avuto modo e tempo di entrarne nel dettaglio. Cosí come un'intuizione che ci consentiva una "visione del cuore delle cose". Vedere questo film me ne ha fatto capire il significato con tanti anni di distanza, mi ha fatto capire bene cosa volevi dire attraverso il mio parlare, il mio guardare, il mio sorridere, il tuo usare la vita stessa come materia, come strumento espressivo . La tua macchina da presa, mi toccava senza trasformarmi e io non la sentivo. Cio che appare è la meraviglia, lo stupore e il divertimento nel vedere cose nostre antiche, del nostro vissuto, cose che ci legano al nostro pensare e sentire di un tempo e di oggi. La meraviglia di vedere idee, speranze, sogni, fantasie, utopie, l'assoluto insieme all'irrazionale, la follia, tutte queste cose insieme che avevano toccato le nostre anime e avevano determinato con forza gli andamenti delle nostre vite. Tutte le volte che io e te ci siamo trovati dai due lati opposti della macchina da presa, appariva chiaro a tutti e due che il centro dell'interesse fosse altrove. Questa proiezione di "altrove" si basava su una tale quantità di intuizioni comuni che non venivano mai palesate e che ci rendevano reciprocamente disponibili; ma io non sapevo assolutamente quale fosse il tuo progetto, quali fossero i tuoi pensieri su questa materia che andavi creando, io sapevo solo che tu eri Alberto e che Alberto per me significava pass par tout e io nel frattempo ero Paperina e nemmeno tu eri completamente a conoscenza del mio progetto, del mio vivere; in fondo abbiamo lasciato che il nostro vivere si dedicasse all'altro senza chiedergli il conto. L'essere in divenire. Oggi mentre ero al computer a scriverti questa lettera, ogni tanto guardavo su youtube "Paperina si rivede" e nella banda laterale sono apparse tante cose su di te, molte non le avevo mai viste. In una in particolare "Ma chi é questo Grifi" (http://www.youtube.com/watch?v=Xqk0tRtEwpU) dici qualcosa che si avvicina molto alla riflessione che ho appena scritto qui sopra e che io non avevo ancora ascoltato prima di scriverla... dici delle cose importanti, che completano in modo così perfetto la mia comprensione, che le ho trascritte e riportate qui. Parlando dei tuoi lavori dicevi:"Fare questa cosa qua significa mettere in piazza I miei amori. C'è sempre amore quando li faccio se no non li farei, e l'amore assume le sue complessità". Io penso anche che dentro ci sono molti amori che spingono, non solo quelli per le persone ma gli amori per certi pittori, certi scrittori, per certi film e si esprime nel senso che si rendono leggibili una quantità di cose, di esperienze della vita di uno, che poi ad un certo punto diventa una storia, diventa un discorso. E quindi a chi è rivolto? A quelli che sanno amare in quel modo, a quelli che hanno quelle pulsioni libidiche, a quelli che hanno l'esperienza di quell'amore. Se tu hai amato molto, se tu hai raggiunto dei desideri, la felicità, tu non scenderai mai al di sotto di quella, tu non accetterai mai dalla vita o dal prossimo qualcosa che ti tiri giù da quel livello.... e poi dici ancora.... "Mi ero reso conto che il vero grande teatro stava dentro la mia testa e non stava nei linguaggi che usavo; il grande teatro è dentro di noi e quindi ancora una volta nei corpi". e poi dici.... "Era importante cercare di capire che cosa stava succedendo nel mondo, che cosa cambiava di profondo, nella profondità delle trasformazioni, quail erano le grandi domande che ci si ponevano. Bisognava fare controinformazione, filmare i nuovi comportamenti, laddove la rivoluzione cambia la vita, ecco nei momenti forti, filmare i momenti forti della vita con un semplice videoregistratore. Resistenza non è neccessariamente erigere barricate. Resistenza è anche essere capaci a conquistare quell'umanità, quella totalità della vita. C'è chi fa teatro, c'è chi lavora con i matti, c'è chi fa cinema, video, ci sono molte attività in cui io sento che è lì che bisogna andare a cercare quello di cui è stato privato il mondo, nella vita reale". e dici.... "C'è una frase famosa, non so di chi sia, forse di Perniola che dice:"E' quando i processi rivoluzionari falliscono nella vita, che l'attività creativa ripiega sull'attività artistica". L'arte è sempre un fallimento rispetto ai grandi progetti, diventa "l'opera d'arte". Diventa l'uccellino che canta nella gabbia ma questo canto non ha la forza di rompere le sbarre della gabbia. Questo è il nocciolo della questione, sta lì, nella nostra capacità a trasformare i desideri in vita, in realtà. E questo Zavattini alla fine predicava, e che nessuno ha mai voluto capire, perchè nessuno ha mai avuto il coraggio di cambiare la propria esistenza o quella degli altri o di quelli che gli stanno intorno".
Che altro c'è da dire?
Buon viaggio Alberto.
Paperina.