Inizio contenuto

Parole

Su Alberto

Alessandra Vanzi

Fuga
Era il 7 aprile '68, un mese prima del maggio, e vicino alla data c'è il numero 1. era la prima lettera dall'arresto che lei gli mandava, poche parole:" Alberto ciao. ti amo. devi assolutamente nominare l'avvocato. Ho parlato con molta gente di questa storia. vedremo. appena finisce tutto ce ne andiamo. Stai su e su e su e su e
su e anch'io starò su ti amo Patrizia. scrivimi da tua madre. Alberto era Grifi arrestato per quella che nel vecchio codice veniva definita una "chiamata di correo" di fatto qualcuno aveva detto a qualcun'altro che Grifi e Vicinelli avevano dato dell'hashish ad un americano e anche se il corpo del reato era stato consumato, non ce n'era bisogno di corpi che già la parola in sé puzzava di colpa, né di prove, bastava la chiamata per finire dentro. C'è un breve film con le immagini dei due "malviventi" Grifi e Vicinelli girate da Alberto prima di tutto ciò, ma montate molti anni dopo, si chiama "In viaggio con Patrizia". I due stavano insieme e li si vede a pranzo, dai genitori di lui, sulla tavola le ciliegie rosse e le risate in una giornata di sole poi, il sogno di Patrizia sussurrato nel dormiveglia mentre la cinepresa danza lentamente sul suo corpo nudo e ancora loro davanti allo specchio lei in primo piano lui alle sue spalle con la 16 mm. davanti all'occhio lei ride, sono bellissimi e verso la fine spezzoni girati durante le improvvisazioni teatrali a casa di Braibanti dove era nata quasi tutta l'avanguardia degli anni '60. Aldo Braibanti era filosofo mirmicologo sperimentatore teatrale omosessuale durante la resistenza aveva subito le torture fasciste per aver nascosto degli ebrei fu accusato del plagio di un giovane amico pittore che era ospite a casa sua. Un giallo in bianco e nero in cui si respirava l'aria torbida di metà anni '60, l'ottusità repressiva del potere cercava di imprigionare fisicamente le idee e s'illudeva di poter frenare la rivoluzione culturale giovanile in atto. Il ragazzo fu "prelevato" dalla casa del filosofo e sparì in una macchina targata città del Vaticano riapparve al processo dopo un trattamento forzato di elettroshock che comunque non furono sufficienti a farlo testimoniare contro l'amico Braibanti. Grifi e Vicinelli che insieme ad altri si erano attivati per smontare l'accusa demenziale avevano scoperto strane storie di terreni e terme contese un pasticcio di interessi inimicizie lotte per lo sfruttamento delle acque minerali preti e famiglie molto pie contro laici comunisti filosofi omosessuali e società delle formiche. Grifi fu rinchiuso per due anni al gabbio come anche Braibanti, finchè, dopo che si erano schierate le migliori menti dell'intellighenzia italiana, non abolirono il reato di plagio. La poetessa Vicinelli, costretta alla fuga, da ogni città o continente ove si trovasse scriveva lunghe appassionate coloratissime lettere traboccanti amore e rabbia ,riflessioni sulla natura umana, sulla condizione di schiavitù sociale, sulla povertà e sulla fame di conoscenza, una tensione utopica che mescolava oriente ed occidente, lotta rivoluzionaria e pacifismo, dolore per la separazione forzata, attesa, autodistruzione, pazzia, eros e thanatos ma che sempre concludeva con le semplici parole d'amore di una ragazza che nella lettera n.86 dice che compirà 25 anni quel giorno….